Le ostriche sono chic, sensuali e afrodisiache, preludio gastronomico della passione o ideali, per riaccendere il desiderio assopito, sono squisite, saporite, indiscutibilmente legate all’immaginario sensuale e possono essere consumate, per deliziare il palato, per gustarne i diversi sapori o, semplicemente, per lasciarsi andare alla loro seduzione piena di fascino.
Le ostriche, raffinato e prezioso omaggio del mare, custodiscono intatto un sapore indescrivibile e offrono un piacere ineguagliabile, quello di ritrovare in bocca il gusto dell’Oceano, magnifico e sublime, risentendo, come tutti i prodotti, dell’influsso della territorialità: le loro caratteristiche e il loro sapore dipendono, infatti, dai diversi nutrienti e dalla loro concentrazione nelle acque di allevamento, che rendono ogni merroir diverso ed esclusivo.
1) I mesi migliori per gustarle
Il periodo migliore, per comprarle, è quello invernale, tanto che i francesi, grandi produttori e consumatori di ostriche, indicano come ideali, per l’acquisto, i mesi con la erre da settembre ad aprile, compreso gennaio (dal francese janvier), nei mesi estivi, infatti, i pregiati molluschi, pronti alla fecondazione, mutano d’aspetto e assumono una consistenza più lattiginosa, che ne penalizza il sapore e il gusto.
2) Infinite specie
Alexandre Dumas, riferendosi alle ostriche, le chiamava truffe de mer, ossia tartufi di mare, esse appartengono, infatti, alla vastissima categoria dei molluschi (dal latino mollusca nox, ossia noce dalla scorza molle) e si suddividono in migliaia di specie diverse, molte delle quali studiate nel mondo e poche coltivate negli appositi allevamenti, mentre tutte rappresentano uno dei migliori esempi in assoluto di produzione ecosostenibile, visto che, per nutrirsi, riescono, a filtrare almeno 220 litri di acqua al giorno, migliorando così la qualità del prodotto finale e facilitando la proliferazione di altre specie.
Sul mercato si trovano, in particolare, due tipi di ostriche l’Ostrea edulis, piatta o Belon e le concave o Creuse, entrambe diffuse e coltivate nel Mediterraneo, mentre le Rock Oyster, anche conosciute come Pacific Oyster, sono originarie del Giappone e vengono servite nella maggior parte dei ristoranti.
3) Oyster lady: la signora delle ostriche
Imparare come sceglierle, maneggiarle, gustarle e offrirle, è un’arte assolutamente unica, tanto che Katy Davidson, più nota come “The Oyster Lady” organizza regolarmente workshop e lezioni, per degustare questi preziosi tartufi di mare, per trovare il perfetto abbinamento con vini e distillati e per conoscere la storia culturale e geografica di ogni specie, influenzata dalle correnti, dal flusso dei fiumi o semplicemente dall’ambiente circostante.
4) Come si mangiano
Le ostriche sono ottime, da gustare crude, ad una temperatura tra i 4 e gli 8 gradi, sorseggiando prima il liquido salato, con un leggero risucchio, appoggiando il mollusco al centro della lingua, spingendole verso il palato e poi lasciandole scivolare verso i molari leggermente aperti, così da gustare appieno la loro acidità, assolutamente perfette come aperitivo, si servono con fette di pane caldo imburrato e con una salsa di scalogno e aceto, si abbinano molto bene ai formaggi, ma sono molto saporite anche cotte, gratinate o usate come ingrediente, per preparare delicatissime salse, sorseggiando sempre un ottimo bicchiere di vino bianco.
5) Mangiare ostriche fa bene
Le ostriche, infine, sono dietetiche, povere di lipidi e di colesterolo, ideali persino nelle diete dimagranti per il loro scarso apporto calorico, hanno un basso contenuto di sale, sono altamente digeribili, ricchissime di sali minerali e di preziosi antiossidanti, tra i quali gli Omega 3 e vitamine del gruppo B.
Insomma cosa aspettate, a mangiarne almeno una dozzina ?
La Cuoca Galante – Food blogger Napoli
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