Per la prima volta il ricordo di un piatto della cucina di casa mia, non è immediatamente legato al suo profumo sparso per le camere; questo piatto, infatti, lo custodisco nella memoria soprattutto per i suoi suoni: il primo, quello del coltello con cui mio padre batteva il lardo sul tagliere e il secondo, quello della pasta spezzata con le sue mani, secondo una precisa ritualità.
Due gesti apparentemente semplici, che, tuttavia, sono rimasti impressi nell’angolo più nascosto del cuore, quasi a suggellare un culto: quello, appunto, della pasta lardiata, che ancora oggi, a distanza di anni, riesce a richiamare alla mente emozioni e profumi, legati a momenti, solo in apparenza passati per sempre.
RICETTA
PIATTO PRONTO IN 60 MINUTI
PORTATA: PRIMI PIATTI
Ingredienti
- 400 g. di pasta (formato ziti o mezzi ziti)
- 200 g. di lardo
- 150 g. di pancetta tesa
- 500 g. di cipolle ramate di Montoro
- 100 ml. di olio evo
- ½ bicchiere di vino bianco secco
- pecorino romano
- basilico fresco q.b.
Istruzioni
- Affettate sottilmente le cipolle e preparate il lardo per il battuto: privatelo della cotenna, tagliatelo a striscioline sottili e poi, sul tagliere da cucina, iniziate a batterlo con un grosso coltello, scaldandolo spesso per evitare che il lardo si attacchi alla lama.
- A questo punto ponete in un tegame cipolle, lardo, olio, sale, pepe e circa mezzo bicchiere d’acqua, coprite con un coperchio e fate cuocere per circa tre quarti d’ora a fuoco molto basso, fino a quando la cipolla sarà appassita e il lardo sarà diventato trasparente, togliete quindi il coperchio per far evaporare l’acqua, aggiungete la pancetta tagliata a dadini e continuate a mescolare, fino a far imbiondire le cipolle.
- Aggiungete allora il vino e fate evaporare, calate la pasta, spezzata rigorosamente a mano, in acqua bollente e portate a cottura, scolatela al dente e unitela al sugo, spadellate e completando con foglie di basilico fresco e un’abbondante grattata di pecorino.
La Cuoca Galante – Food blogger Napoli
Simonetta,che ricordi mi hai scatenato! Io custodisco una ricetta di mio padre, dei “maccheroni allardiati”, che però è molto più semplice. Complimenti !
Dionea che piacere leggerti.
Questa ricetta la custodisco anche io nel cuore, soprattutto quando, la mattina a svegliarmi, era il rumore del coltello, mentre mio padre batteva il lardo.
Un abbraccio grande.