Trovo, che la Sicilia sia soprattutto un’esperienza sensoriale: un’invasione dei sensi e un posto di straordinaria umanità, perché i siciliani sono persone, che riescono, a coinvolgerti senza parlare, soltanto con lo sguardo, grazie a quella sorta di speciale energia, che promana da ciascuno di loro, con diversa intensità.
Ed è per questo, che anche la festa della “ Sicilia Continente Gastronomico ” organizzata a Palermo, il 20 e 21 novembre scorso, in occasione dei dieci anni di fondazione dell’associazione Le Soste di Ulisse, è stata soprattutto un’incontenibile esplosione di contagiosa energia.
Una festa assolutamente straordinaria, organizzata dal presidente dell’associazione, lo chef Ciccio Sultano, insieme ai colleghi Pino Cuttaia, Nino Graziano e Tony Lo Coco, per portare avanti l’ambizioso progetto, di dare voce alle “prospettive della cultura siciliana che, nell’enogastronomia, nell’accoglienza e nell’ospitalità, raggiunge, per tradizione, livelli di eccellenza, coinvolgendo le più autorevoli testate giornalistiche e i migliori chef nazionali ed europei”.
L’evento Sicilia Continente Gastronomico, che difficilmente potrà essere paragonato ad altri e che, come ha dichiarato lo chef Tony Lo Coco, ha rappresentato “una grande occasione per Palermo, per tornare ad occupare il posto che merita e per essere immaginata come una grande città, in cui è possibile organizzare eventi di tale portata”.
Una convention indimenticabile, iniziata nella splendida cornice del Grand Hotel Villa Igiea e durata due giorni, durante i quali gli chef dell’Associazione hanno offerto al pubblico presente degustazioni di alta cucina in abbinamento a grandi vini e tipici assaggi di street food siciliano, animati dal desiderio di far conoscere gli ingredienti eccellenti, i sapori e i profumi di quella Sicilia Continente Gastronomico, che riflette la “profondità della storia, la modernità dei gusti e l’innovazione dei servizi” e della quale si parlerà certamente a lungo e che continua, ancora oggi, nel cuore di ognuno di noi.
Una festa, perfettamente riuscita, che, attraverso piatti, prodotti e vini, ha inteso, avvalorare la conoscenza delle proprie radici e promuovere l’alta ristorazione, l’enogastronomia e la cultura dell’accoglienza, così dimostrando, di poter superare, con caparbia determinazione, persino quella secolare pigrizia, tratto distintivo e peculiare del carattere dei siciliani.
Eppure, a ben vedere, quella dei siciliani è una specie diversa di pigrizia, perché continua, piuttosto, a custodire gelosamente “il torpore di infinite generazioni e insieme tutta la storia del popolo siciliano, come una successione ininterrotta di impulsi disperati e di sottomissioni supine, di brevi momenti pieni di luce e di zone interminabilmente oscure” e alla quale fa spesso da contrasto il carattere ardente dei siciliani, fatto appunto di opposti estremi, che convivono, rendendo i siciliani proprio per questo, sommamente pigri e sommamente temerari.
Due giorni ininterrotti di festa, per lanciare al mondo intero un messaggio forte ed efficace, che non ha assolutamente bisogno di alcun commento e cioè che i siciliani conoscono il proprio territorio e sanno, che, grazie alle loro radici, potranno dar vita ad un successo, che non sarà mai effimero o transitorio.
E che la forza dei siciliani sta tutta nella consapevolezza, di saper raccontare il proprio ombelico attraverso la cucina, senza mai dimenticare o tradire le proprie origini, perché ciascun ingrediente custodisce tutto l’orgoglio di un territorio irripetibile, che rende la Sicilia non solo un’isola a sé, ma un grande Continente Gastronomico, unico e inimitabile.
La Cuoca Galante – Food blogger Napoli
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