A quasi quattro anni dal drammatico terremoto che il 24 agosto ha devastato il centro Italia l’Amatriciana è stata riconosciuta dall’ Unione Europea come Specialità tradizionale garantita contro imitazioni e falsi in giro per il mondo.
Lo ha comunicato la Coldiretti, che ha annunciato la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue del 13 marzo 2020 l’iscrizione nel Registro europeo delle Denominazioni d’origine e Indicazioni geografiche e Specialità tradizionali garantite della celebre ricetta.
Con questo riconoscimento definitivo da parte dell’Unione europea la salsa Amatriciana tradizionale, fatta “secondo il metodo di produzione e la ricetta secolare del comprensorio di Amatrice” diventa il piatto simbolo del terremoto del Centro Italia.
Un riconoscimento ottenuto con consenso unanime, trascorsi i tre mesi a disposizione per eventuali osservazioni, che esige ingredienti (grano, pomodoro, pecorino e guanciale) 100% Made in Italy e legato al metodo specifico di preparazione, quello utilizzato tradizionalmente nel comprensorio dei Monti della Laga, dai quali la preparazione trae origine.
Un riconoscimento meritato, che farà rivivere a tutti la gioia e l’allegria della festa degli spaghetti all’Amatriciana.
E qualunque vi possa sembrare la teoria più valida sull’etimologia della pasta alla amatriciana e qualunque crediate, che possa essere la giusta epoca della sua nascita, quando la preparate, attenetevi scrupolosamente alle dosi e agli ingredienti della ricetta codificata e trasmessa, per tradizione orale, dai pastori di Amatrice.
E ora vediamo come si prepara una buona amatriciana, o matriciana come dicono a Roma.
Prima di tutto occorrono gli ingredienti giusti per la PASTA ALLA AMATRICIANA che sono:
– il guanciale di Amatrice, ricavato dal muso del maiale dal grasso più consistente di quello della pancetta e soprattutto più saporito perché privo di parte magra ;
– il pecorino di Amatrice, dal sapore più morbido e meno salato del classico pecorino romano, grattugiato al momento di condire la pasta;
– i pomodori freschi e maturi, tipo il casalino rosso o i filetti di pomodoro San Marzano, perché contengono pochissima acqua di vegetazione, che evapora molto rapidamente, appena vengono messi in padella;
– un peperoncino piccante;
– un pugno di sale grosso per la pasta;
– 400 g. di pasta.
Questa ricetta della PASTA ALLA AMATRICIANA con l’aggiunta dei pomodori, risale certamente al periodo storico in cui il territorio di Amatrice era sotto il Regno di Napoli e all’uso da parte dei napoletani, di condire con il pomodoro la pasta e le pizze.
Così almeno è quanto si legge nella “Cucina casarinola co la lengua napoletana” in appendice alla seconda edizione della “Cucina teorico pratica” di Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino, dove si trova appunto codificata una ricetta sulla “sauza di pommadore ammature” usata per condire i vermicelli.
Anche se la prima testimonianza scritta dell’uso della salsa di pomodoro, per condire la pasta è stata rinvenuta in epoca precedente (1790) nel manuale di cucina “L’Apicio Moderno” del cuoco romano Francesco Leonardi.
Prima di tale data la pasta alla amatriciana veniva preparata dai pastori erranti di Amatrice che utilizzavano soltanto il guanciale ed il pecorino ed era più nota con il nome di pasta alla gricia o griscia, “forse da Grisciano, altro paese sopra Accumoli, a un passo dal confine con le Marche”.
Comunque sia la vera pasta alla amatriciana, che deve il proprio nome alle sue origini etimologiche legate alla tradizione gastronomica di Amatrice, per potersi fregiare della Denominazione Comunale (De.Co.), deve essere preparata rispettando i requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione.
Diversamente l’uso del termine popolare pasta alla matriciana, per via della discrezione dell’articolo dall’aggettivo amatriciana nel linguaggio popolare e tuttora in uso da parte dei puristi, lega le origini del piatto ai matriciani, ossia agli abitanti di Amatrice, che così venivano chiamati dai romani.
Semplicemente si tratta di due modi di definire lo stesso piatto, che sopravvivono ormai pacificamente fianco a fianco, la prima perché più usata, l’altra perché più corretta.
Quanto al formato di pasta, io ho scelto, proprio come ha scritto il poeta romanesco Mauro Marè, di assaporare tutta la “melodia del bucatino fatta di inebrianti vibrazioni, come de na’ canna d’organo che sona”, anche se la ricetta originale ha codificato e previsto l’uso degli spaghetti.
E voi invece quale pasta preferite ??
RICETTA
PIATTO PRONTO IN 30 MINUTI
PORTATA : PRIMI PIATTI
Ingredienti per 4 persone:
- 400 g. di bucatini
- 125 g. di guanciale di Amatrice
- 6 o 7 pomodori tipo casalino o San Marzano
- 100 g. di pecorino di Amatrice grattugiato
- un peperoncino piccante
PROCEDIMENTO :
- Portate ad ebollizione l’acqua per la pasta.
Intanto scaldate lentamente una padella di ferro e quando è calda aggiungete il peperoncino e il guanciale, tagliato a listarelle non troppo sottili e fatelo rosolare a fiamma bassa.
(Nonostante la ricetta originale prescriva, che il guanciale sia rosolato in un cucchiaio di olio o di strutto, io ho evitato di aggiungere altri grassi, perché il guanciale in cottura, rilascia già una sufficiente quantità di grasso). - Appena le listarelle di guanciale iniziano a perdere lucentezza e diventano opache e croccanti, toglietele dalla padella e tenetele da parte in caldo.
A questo punto immergete per pochi minuti i pomodori in poca acqua bollente, privateli della pelle e dei semi, tagliateli a filetti e uniteli al grasso del guanciale, cuocendo il sugo per circa 15 minuti.
Nel frattempo lessate la pasta, scolatela e conditela con il sugo di pomodoro, il guanciale tenuto da parte e abbondante pecorino grattugiato.
Mescolate accuratamente e portate in tavola.
La Cuoca Galante – Food blogger Napoli
Bibliografia:
Livio Jannattoni – La cucina romana e del Lazio – Newton & Compton Editori.
Ciao, adoro questo piatto, ma io lo faccio in modo un po diverso. Proverò sicuramente anche questa versione 🙂
Questa è la versione codificata della ricetta per un’amatriciana PERFETTA !!!
Fammi sapere !!!
A presto