Minne di Sant’Agata da mangiare rigorosamente in numero pari, esattamente come i due seni strappati alla piccola Agata, per aver rifiutato di cedere alle pretese del console romano Quinziano e che, esclusivamente, ad un rifiuto, deve il merito, di essere diventata simbolo delle donne e della loro forza spesso ostinata, di negarsi e di saper dire di no. Le minne, che si preparano ogni anno, per tradizione e per devozione, in occasione della festa che si svolge a Catania in onore della Santa, di Agata, rappresentata in ogni dipinto con i seni strappati, posati su un piatto e che continuano, a custodire, ancora oggi, i più intimi segreti della femminilità.
“Agatì, beddruzza mia, comincia a mischiare la farina con la sugna e sentimi bene, che ti devo raccontare una cosa importante. Devi sapere che Sant’Agata, prima di fare miracoli, era una picciuttedda graziosa a tipo te, con la pelle bianca come a una distesa di mandorli in fiore, gli occhi celesti, che sembravano cielo a primavera, le trecce nere, lunghe, lucide di seta, strette con due nastri rosa. Ma lo sai che sei pettinata uguale a lei?” così ha inizio il racconto, con la preparazione delle minne di sant’agata e con due mani, che lavorano l’impasto fino a farlo diventare sodo ed elastico, mischiandolo a parole, spesso incomprensibili.
Questa è la ricetta delle minne di Sant’Agata, tratta integralmente dal romanzo il “Conto delle minne”di Giuseppina Torregrossa, che, scrivendo la storia di Agatina, ha voluto tramandare, da un lato il suo senso di appartenenza alla Sicilia e dall’ altro l’affascinante sensualità di tutte le donne siciliane, partendo proprio con l’ indicazione delle dosi esatte e degli ingredienti necessari, a preparare queste dolcissime cassatine, simbolo della tradizione, della passione e della vita intera: un dolce, che si tramanda di generazione in generazione, che racchiude, nella sua forma di seno, l’amore e il dolore e che racconta non una storia, ma la storia di tutte le donne, che lottano ogni giorno, con orgoglio e con caparbia sofferenza, senza mai cedere alle sfacciate richieste, di quanti pretendono, di abusare di loro.
Una ricetta, che sa nutrire con il ricordo del sapore di una crema fatta di ricotta e cioccolato, quella di un dolce che, una volta addentato, riesce, a riempire ogni “angolo della bocca” e a trasmettere alla piccola Agata e a tutte noi, una speciale sensazione di protezione, di fiducia e soprattutto di speranza, che diventano così gli ingredienti segreti, da dosare per tutta la vita e di un dolce simbolo dell’enorme potere non solo delle donne siciliane, ma di tutte le donne, perchè tutte siamo capaci, di trovare esclusivamente in noi stesse la giusta strada verso la gioia, andando sempre ben oltre la sofferenza.
RICETTA
PIATTO PRONTO IN + 60 MINUTI
PORTATA: DOLCI
Ingredienti:
per la pasta frolla:
- 600 g. di farina 00
- 120 g. di strutto
- 150 g. di zucchero a velo
- aroma di vaniglia
- 2 uova
per la glassa:
- 350 g. di zucchero a velo
- 2 cucchiai di succo di limone
- 2 albumi
per il ripieno:
- 500 g. di ricotta di pecora
- 100 g. di canditi
- 100 g. di scaglie di cioccolato
- 80 g. di zucchero
Procedimento:
- Per la pasta frolla: Tagliate lo strutto a dadini e lavorarlo tra le dita insieme con la farina. Quando i due ingredienti saranno ben amalgamati aggiungete lo zucchero a velo, incorporate le uova e la vaniglia. Impastate velocemente, fino a quando il composto avrà una consistenza soffice ed elastica, da poterci affondare le dita come in un seno voluttuoso, coprite con una “mappina” e lasciate riposare.
- Per la glassa: Montate parzialmente gli albumi con un pizzico di sale. Aggiungete lo zucchero, il succo di limone e continuate a mescolare fino ad ottenere una crema bianca, lucina, spumosa.
- Per il ripieno: Lavorate la ricotta e lo zucchero fino a farne una crema liscia, senza grumi. Unite i canditi e il cioccolato. Lasciate riposare il frigorifero per mezz’ ora circa. Imburrate e infarinate stampini rotondi, Perché il dolce abbia la forma di un seno. Stendete la pasta frolla in uno strato sottile. Foderate il fondo degli stampini, farciteli con la crema e chiudeteli con i dischi di pastafrolla. Capovolgeteli sulla piastra unta e infarinata. Cuocete nel forno a 180 per 25-35 minuti. Sfornate e fate freddare su una griglia. Estratta delicatamente ogni cassatina dal suo stampo, colarvi sopra la glassa, in modo uniforme Perché tenderà a solidificare in poco tempo. Perché delle semplici cassatelle si trasformino come per magia in seni maliziosi, minne piene, decorate queste magnifiche, bianche, profumate rotondità con una ciliegina candita.
La Cuoca Galante – Food blogger Napoli
Credits : Foto dal Web
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