Con il termine “scapece” ci si riferisce, solitamente, alle numerose preparazioni gastronomiche caratteristiche dell’Italia meridionale ed in particolare a quella “salsa, anzi marinata, con cui si preparano e si conservano le più svariate specie di pesce e i più diversi ortaggi”, oggi prepareremo infatti le zucchine alla scapece.
Quanto all’origine del termine, essa, fin dall’inizio, è stata molto dibattuta e si è prestata a numerose interpretazioni, secondo alcune, infatti, la parola “scapece” sarebbe derivata dallo spagnolo “escabeche” e tratta, a sua volta, dal vocabolo arabo As-sikbāj, mentre, secondo altre, l’etimologia del termine scapece dovrebbe farsi risalire ad “esca Apicii” ossia ad una pietanza di Apicio, stravagante cuoco e gastronomo romano, vissuto ai tempi di Tiberio e autore del “De Re Coquinaria”, un trattato di arte culinaria in dieci libri, pervenuto fino ai nostri giorni grazie ad un suo rifacimento in lingua volgare, volendo indicare, con tale espressione, quella preparazione a base di aceto, che si usava, per conservare il pesce.
Se, pertanto, difficile sembra, potersi appurare, con esattezza, l’origine del termine “scapece”, più facile è, al contrario, accertarne i riferimenti storici, infatti, come è noto, questa preparazione, era una delle preferite dell’imperatore Federico II di Svevia, il famoso Stupor Mundi, il quale, proprio nel marzo del 1240, in vista del Colloquium generale, chiese al cuoco Berardo, di preparare «askipeciam et gelatinam» per conservare appunto, in aceto o sotto gelatina, il pesce di Lesina.
Insieme con la “spiritosa”, realizzata con carote lessate in salsa di aceto, aglio e peperoncino forte, è certo, insomma, che, questo particolare tipo di preparazione, fosse un cibo molto diffuso a Napoli, tra il XVIII e gli inizi del XIX secolo, tanto da essere citato poi anche da Matilde Serao, che, nel “Ventre di Napoli” così descrisse la scapece: “Dall’oste, per un soldo, si può comperare una porzione di scapece; la scapece è fatta di zucchetti o melanzane fritte nell’olio e poi condite con aceto, pepe, origano, formaggio, pomidoro ed è esposta in istrada, in un grande vaso profondo, in cui sta intasata, come una conserva e da cui si taglia con un cucchiaio. Il popolo napoletano porta il suo tozzo di pane, lo divide per metà, e l’oste vi versa sopra la scapece”… e ancora oggi a Napoli le ” zucchine alla scapece ” si preparano così !!
E voi lo sapevate ?? Come preparare le zucchine alla scapece ?
RICETTA
PIATTO PRONTO IN 60 MINUTI
PORTATA: CONTORNI
Ingredienti per 4 persone
- un chilo di zucchine
- un bicchiere di acqua
- un bicchiere di aceto di vino bianco
- uno spicchio di aglio
- un peperoncino piccante
- sale
- olio evo
- foglie di menta per decorare
Procedimento:
- Tagliate a fette spesse circa un chilo di zucchine e lasciatele qualche ora al sole, in modo da far perdere loro gran parte della componente acquosa. Prima di iniziare, a friggere le zucchine, preparate la “scapece”: in un pentolino portate a bollore un bicchiere di aceto di vino bianco e uno di acqua insieme ad uno spicchio di aglio e ad un peperoncino piccante, ridotto a pezzetti, aggiungete un paio di cucchiai di olio evo e lasciate bollire per circa un quarto d’ora.
- Intanto in una padella friggete le zucchine in olio evo, a calore non troppo elevato e non appena saranno dorate, mettetele in un piatto, ricoperto di carta da cucina, a perdere l’olio in eccesso. Trasferite poi le zucchine in una terrina, aggiungete il composto di acqua e aceto, regolate di sale e decorate con alcune foglioline di menta. Coprite il piatto con della pellicola da cucina e lasciate riposare almeno un giorno in frigo prima di servire.
La Cuoca Galante – Food blogger Napoli
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