Troviamo pure conforto in una zuppa, calda e confortevole, perché è terapeutica, ristora e dà forza, come affermano Maria, la scrupolosa domestica di Zeno Cosini e anche quella buona donna, che va, a prendere Lucia al castello dell’Innominato e che, dopo averle servito, a casa propria, una scodella di buon brodo di cappone, guarnita con fette di pane, vede la poverina “riaversi ad ogni cucchiaiata.”
Il termine zuppa, è di origini davvero molto antiche, deriva infatti dal greco “suppa” e serve, ad indicare delle “fette di pane inzuppato”, che avevano nel Medioevo e, forse ancor prima, la funzione, di servire da piatti per gli altri ingredienti, come le carni e le verdure.
Diversamente dalle minestre, la cui origine, è da ricercarsi, invece, nel verbo “minestrare” che rimanda, stavolta, al latino e che significa, servire o amministrare, in quanto il piatto veniva servito da un membro della famiglia a tutti gli altri, rendendolo così espressione per eccellenza della convivialità.
Due parole e due origini, dunque, che richiamano entrambe la presenza delle zuppe e delle minestre nella storia della tavola e della cultura gastronomica degli uomini, come piatti a base di acqua, carne e verdure, laddove il ruolo dell’acqua, poi sostituito dal brodo, era quello di ammorbidire e mescolare meglio tra loro tutti i loro componenti.
Questa zuppa di orzo appartiene, quindi, alla tradizione e vanta, tra gli ingredienti, un enorme numero di varianti: è un piatto semplice, molto saporito, certamente di origine popolare, come tutte le zuppe, destinate, in passato, al consumo delle classi meno abbienti, che non potevano permettersi, di acquistare la carne o il pesce.
L’orzo (HordeumVolgare), l’ingrediente, che ho scelto per realizzare questa zuppa, è un cereale anch’esso antico e versatile, che appartiene alla famiglia delle graminacee, ha chicchi ricchi di proteine e amido, utilizzati anche nella produzione di birra e whisky, rinforza l’organismo, tanto da essere considerato, nell’antica Roma, il cibo preferito dai gladiatori, è facilmente digeribile, ricco di calcio e di potassio, disintossica l’organismo, soprattutto l’intestino, è indicato nella cura delle gastriti e delle coliti e, come tutti i cereali, costituisce la base alimentare del mondo intero ed è praticamente simbolo di vita e di storia.
Confortiamoci, allora, così … semplicemente con una zuppa di orzo.
RICETTA
PIATTO PRONTO IN 60 MINUTI
PORTATA: PRIMI PIATTI
Ingredienti per 4 persone:
- 300 g. di orzo perlato da tenere in ammollo per due ore
- 100 g. di pancetta tesa
- 2 coste di sedano
- una carota
- mezza cipolla
- 40 g. di olio evo
- un litro di brodo vegetale
- sale e pepe
- pecorino grattugiato
Istruzioni
- Mettete l’orzo in un colino, sciacquatelo sotto l’acqua corrente, per eliminare residui e impurità, trasferitelo in una ciotola, copritelo di acqua e lasciatelo per circa due ore in ammollo.
- Con un coltello o con una mezzaluna preparate il soffritto: tagliate a pezzi grossolani tutte le verdure e riducete a dadini la pancetta, poi versate tutto in una casseruola insieme all’olio evo e lasciate soffriggere a fiamma bassa, aggiungendo un poco di brodo, se occorre, per evitare che le verdure prendano colore.
- A questo punto scolate l’orzo e aggiungetelo al soffritto, fatelo tostare per qualche minuto e lasciate che prenda sapore. Proseguite, unendo poco alla volta il brodo vegetale e portate a cottura la zuppa, mescolando ogni tanto con un cucchiaio di legno, per evitare, che attacchi sul fondo, solo alla fine regolate di sale e pepe. Prima di servire, spolverate ogni piatto con una manciata di pecorino grattugiato e servite la zuppa, accompagnandola con fette di pane integrale, leggermente tostate.
La Cuoca Galante – Food blogger Napoli
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