Una leggenda nipponica del 712 d.C. narra del Sakè come una bevanda preziosa a “otto fermentazioni successive” con la quale il dio Susanoo riuscì, ad ubriacare un mostruoso serpente a otto teste e a salvare così l’ultima delle otto figlie di una coppia regale, recuperando dal suo corpo, privo di vita, una spada, da offrire in dono a sua sorella, la dea del Sole Amaterasu.
Fascino e mistero custodiscono le origini di una bevanda che, intorno al 710 iniziò, ad essere prodotta presso la corte imperiale con tecniche simili a quelle attuali attraverso le fasi della raffinazione, che mette a nudo il cuore dei chicchi di riso, per eliminare ogni sorta di componente olfattiva e favorire la proliferazione dei funghi, della saccarificazione, dopo il lavaggio e la cottura a vapore del riso raffinato e della fermentazione, che dura venti giorni o anche trenta, per le bevande più pregiate, durante i quali il riso viene mescolato una volta al giorno, per riattivare la fermentazione e trasformare il glucosio in alcool.
Queste fasi, lente e cadenzate, terminano con la spremitura, il filtraggio e la pastorizzazione da parte dei circa 1300 produttori attivi in Giappone, ognuno dei quali produce circa 10 tipi di Sakè unici durante tutto l’anno e altri solo in determinate stagioni o periodi dell’anno e che mutano sapore e profumo in base al territorio di coltivazione del riso, alle sorgenti di provenienza dell’acqua usata per il lavaggio e, infine, alla regione di appartenenza delle diverse corporazioni, che si trasmettono di generazione in generazione tutta la passione e la dedizione per la produzione di questa straordinaria bevanda millenaria.
Una bevanda elegante e raffinata, che, “come tutte le creature capaci di risvegliare i sensi, porta all’ebbrezza amabilmente, discretamente e, a volte, violentemente, come una tempesta”. Toshiro Kuroda
La Cuoca Galante – Food blogger Napoli
Fonti bibliografiche e fotografiche :
L’Arte del Sakè – Toshiro Kuroda – Ed.L’Ippocampo
Fotografie di Iris L. Sullivan
non l’ho mai assaggiato 🙂 ma lo vorrei troppo provare!
Another earth pink
ciao Vale anche per me il Sakè è stata una scoperta, ti consiglio di provarlo anche perché diventerà presto un “must” !!!
grazie per la visita che ricambierò subito.
ciao Simonetta;) quelle rare volte che vado a cenare asiatico, il sakè è un “must” per concludere la serata in modo rispettoso ed adeguato.
Ciao ciao e alla prossima 😉
Antonio
Ciao Antonio ho scoperto il Sakè nel corso di una serata e me ne sono innamorata.
A Milano è certamente già un vero must. A presto Simonetta