Le melanzane: le mele dei folli.

Le melanzane: le mele dei folli.

Bisogna rileggere l’Artusi, per veder risollevate definitivamente le sorti delle melanzane, a lui va infatti il merito di aver affermato, che le scelte gastronomiche della cucina ebraica, relative alle melanzane, ai finocchi e ai carciofi, si erano rivelate lungimiranti, ne “La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” egli scrisse testualmente che gli Ebrei … “In questo, come in altre cose di maggior rilievo hanno sempre avuto buon naso più de’ cristiani“.
Le prime tracce sull’uso delle melanzane restano, comunque, legate al tardo Medioevo, epoca alla quale si fa risalire l’utilizzo delle melanzane, cucinate in particolare, dalle comunità ebraiche che vivevano nella penisola iberica e nell’Italia meridionale e che avevano risentito molto dell’influenza araba nella loro cucina, tanto che, dopo l’editto di espulsione degli Ebrei dalla Spagna nel 1492, questi diffusero le melanzane sulle tavole delle altre comunità ebraiche stanziate nel bacino del Mediterraneo,  ma con scarso successo: le melanzane, infatti, erano considerate da un lato un cibo plebeo, tipico della cucina povera e dall’altro un alimento che poteva nuocere gravemente alla salute, arrivando addirittura ad avvelenare, coloro che se ne nutrivano.

melanzana

caponata

melanzane

La melanzana, del resto,  in tempi antichi era definita infatti la “mela dei folli”, nome fatto derivare dal latino “malum insanum” e ricondotto ad un frutto insalubre, non sano ad una “mela insana” in grado, insomma, di causare disturbi intestinali e, persino, turbe psichiche, fino a rendere, appunto, folli coloro, che le mangiavano, tanto che lo stesso medico arabo Ibn Butlan, sosteneva,  nel suo “Tacuinum Sanitatis in Medicina”, che le melanzane  fossero in grado di ispirare “melanconici umori” e di spingere alla lussuria smodata, quanti le consumavano senza moderazione.

Nonostante ciò, privata dell’amaro ritenuto tossico, la “berenjena” ha continuato, nel corso dei secoli, ad essere cucinata in un’infinità di modi, in particolare fritta e marinata nell’aceto, con l’aggiunta facoltativa di aglio e rosmarino, o farcita con un ripieno di carne macinata, riso e spezie, rappresentando, così il precedente storico, delle moderne preparazioni a base di melanzane, che continuano, ancora oggi, ad essere protagoniste indiscusse della stagione estiva, cucinate, esattamente come allora, fritte, alla griglia, ripiene o alla parmigiana.

La Cuoca Galante – Food blogger Napoli

 

 

 

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